Francisco Goya
C’È MOLTO DA SUCCHIARE
Foglio 45 dei Capricci,
1799
Acquaforte e acquatinta, 205 x 150
IL BARATTO
Il baratto, cito dal primo
vocabolario che mi è capitato sottomano, è lo scambio diretto di un bene o di
un servizio con un altro. Rappresenta la più antica forma di commercio,
corrispondente ad uno stadio economico mancante ancora di denaro.
È facile individuare
nell’attuale crisi economica un possibile incentivo alla ripresa dello scambio
diretto, ma la pratica ha già una sua consuetudine nella filosofia della
“decrescita”, più o meno “felice”, in quanto possibilità di “risparmio”
scambiando anche la propria disponibilità attraverso le “Banche del Tempo”
Non so se gli organizzatori
della “Biennale Internazionale di Opere su Carta”, promossa dal Comune di
Schio, siano partiti da considerazioni simili a queste, di certo sono giunti
alla conclusione che invece della volgare e tanto vituperata ”quota di
partecipazione” si poteva chiedere agli artisti di contribuire “in natura” e ai
fornitori di accettare una forma di “baratto culturale”.
Cito testualmente dal punto
quattro del regolamento:
«4) Ogni artista
parteciperà con un opera, inviando n. 3 copie della stessa. Le tre stampe
(originali e non riproduzioni) saranno donate al Comune che utilizzerà: due
copie come ricompensa per servizi e acquisti per l'organizzazione della mostra
e una copia di tutte le stampe entrerà a far parte della Collezione Civica del
Comune di Schio, che si impegnerà al massimo per valorizzare le opere
esponendole periodicamente oppure inviandole in prestito ad altre esposizioni.»
Poiché è prescritto che le
opere da presentare debbano essere stampate su un formato di carta compreso tra
35x50 e 70x100 cm, se ne può dedurre che mediamente, con una grossolana stima,
le quotazione dei fogli presentati si aggireranno tra centocinquanta e seicento
Euro.
Lascio a voi il facile
compitino di fare il resto del conto.
Gli artisti sono una
categoria fortunata per natura, c’è sempre chi si preoccupa per loro e si offre
per semplificarne l’esistenza. Infatti è proprio una fortuna per gli incisori
che il mercato della stampa d’arte si sia azzerato cosi non hanno più
preoccupazioni di quotazioni e di commercializzazione e se i fogli si
accumulano invenduti ecco la lodevole iniziativa della biennale “DI CARTA /
PAPERMADE” che si prende la briga
di aiutare a far spazio nella cassettiera alleggerendola, in un sol colpo, di
ben tre fogli.
Che sollievo!
Che fortuna!
È facile immaginare, stante
lo spirito emulativo che caratterizza questo campo, che c’è già chi è pronto a
rialzare il numero di esemplari richiesti per non far mancare il proprio aiuto
agli artisti tanto bisognosi che non sanno proprio come smaltire le tirature invendute.
Contrariamente alle
abitudini, in questa considerazione voglio continuare a mantenere il tono di
“serietà” fin qui adottato, pertanto non ironizzerò sulla differenza tra
“valore e prezzo” o sull’ancor più frivola relazione tra “valore artistico e
valore commerciale” perché ci si muove sul filo dell’ambiguità tra scambio e
omaggio e sappiamo che nella mentalità comune ciò che viene regalato ha la
fatale conseguenza di deprezzare qualsiasi valore intrinseco (quello
“artistico” è già di per sé difficile da riconoscere), ma questi sono argomenti
troppo leggeri per essere trattati in questo seriosissimo blog.
La mia presunzione di
conoscere tutti nel “cortile” dell’incisione italiana deve incassare un duro
colpo ammettendo di non sapere nulla (e forse è un bene) sulla curatrice
incaricata di selezionare gli artisti da invitare.
L’impostazione complessiva
ha un suo interesse, anche in relazione alle considerazioni espresse negli
ultimi post, e stante l’eterogeneità alla quale si va incontro, “un mix di grandi diversità a confronto”, sarà l’allestimento a fare la differenza. Per tutto
il resto posso solo riportare quanto viene dichiarato nella presentazione
dell’iniziativa:
«DI CARTA / PAPERMADE sarà un'ampia esposizione collettiva di opere di carta in cui si
possono individuare tre settori: la stampa d'arte, i libri d'artista e le
istallazioni.
Il progetto prevede la
partecipazione di circa 80 artisti, italiani e stranieri, con altrettante opere
(circa 50 stampe d'arte, 12 libri d'artista, 15 istallazioni).
Il tema delle opere è
libero.
È la carta, materia e
mezzo privilegiato, al centro di questo progetto.
Gli artisti
presenteranno la loro opera creata utilizzando la carta come mezzo espressivo
su cui o con cui creare immagini e oggetti.
Quindi carta intesa sia
come supporto sia come materia da trattare, manipolare, trasformare in opera
d'arte, ispirazione o veicolo di emozioni e comunicazioni.
La sede della mostra
sarà Palazzo Fogazzaro a Schio, anticamente opificio laniero, collocato in una
zona che vanta la stampa di alcuni dei primi incunaboli.
Gli artisti invitati
avranno differenze di età, di provenienza geografica e formativa, percorso di
ricerca, di linguaggio e di stile. Il risultato sarà un mix di grandi diversità
a confronto: aspetti iconografici,
cromatici e plastici tra i più svariati, soggetti liberamente scelti,
universi narrati o luoghi e sentimenti evocati, emotività delicatamente o
fortemente espresse.
Dal figurativo
all'astratto, alla ricerca di particolarità di segni, forme o ricerche plastiche
e cromatiche.
Le possibilità tecniche
potranno essere sia tradizionali che sperimentali e in tecnica mista,
utilizzando le metodologie antiche oppure nuove tecniche.»
Dunque tutti a Schio
“presso lo storico Palazzo Fogazzaro” da gennaio a febbraio 2014
(presumibilmente).