venerdì 20 dicembre 2013

DI CARTA/PAPERMADE

Biennale Internazionale di Opere di Carta

Palazzo Fogazzaro
Schio (VI), Italia
21 dicembre 2013 - 22 febbraio 2014

(Dal comunicato stampa)
Carta, carta e ancora carta. Al posto di tele, marmo o legno, di video o performance.

La carta, materia ‘povera’ e veicolo di cultura per eccellenza, è il Leitmotiv di questa esposizione.

Come la tela o la materia prima da manipolare e trasformare in opera d'arte, la carta suscita ispirazione, veste emozioni, si carica di sensi.
Artisti di 29 Paesi. Background culturali, stili, linguaggi che si incontrano e dialogano dando sostanza e colore ai leggeri paesaggi dell’immaginazione. Libri d’artista, stampe, installazioni. Varietà e Leitmotiv nel nome della carta.
La mostra – di grande fascino e respiro – aprirà a Palazzo Fogazzaro, nel centro di Schio e di un’area, l’Alto Vicentino, che oltre alla celebre fioritura dell’industria tessile vanta nella sua storia una dinamica attività di cartiere e la stampa di preziosi incunaboli.
DI CARTA/PAPERMADE è organizzata dal Comune di Schio e curata da Valeria Bertesina.
È un’ampia mostra collettiva di opere di carta, suddivisa in 3 aree: stampe d’arte, libri d’artista e installazioni.

Partecipano 79 artisti, italiani e stranieri.
Artisti:
Hiroko AKASAKA, Marina BANCROFT, Manuela BEDESCHI, Charles BENEKE , Maria Pina BENTIVENGA, Guillermo BERMAN, Valeria BERTESINA, Sergio  BIGOLIN, Dare BIRSA, Sarah BODMAN, Nedda BONINI, Marie Christine BOURVEN, Sandro BRACCHITTA, Lukas BRADACEK, Jiri BRAZDA, Giovanni BUOSI, Mirta CACCARO, Vito CAPONE, Angela CAPORASO, Daniela CATALDI, Ferdinando COLORETTI, Angelica DE GUGLIELMI, Ariel DE GUGLIELMI, Edvin DRAGICEVIC, Mary FARREL, Altina FELICIO, Marco FERRARI, Manuela FILIACI, Peter FORD, Antonio FREILES, Jose FUENTES, Judith GHASHGHAIE, Oscar GILLESPIE, Chiara GIORGETTI, Fabio GUERRA, Caroline HALFORD, Sean HANRAHAN, Valgerdur HAUKSDOTTIR, Victor Manuel HERNANDEZ CASTILLO, Valeriu HERTA, Cvetka HOJNIK, Mary HOLLAND, Terny HURSTI, Aya IMAMURA, Sanna JARVELA, Marianne KEATING, Kalina Kraleva HRISTOVA, Joanna LATKA, Liviana LEONE, Margherita LEVO ROSEMBERG, Li CHEN, Mirco LUZZI, Vittorio MANNO, Fernando MASONE, Zdravko MICANOVIC, Zeljka MICANOVIC MILJKOVIC, Octavian MICLEUSANU, Denise MINGARDI, Ibhraim MIRANDA, Elena MOLENA, Giovanbattista NITTI, Ming Ming NIU, John O’BRIEN, Hilda PAZ LEVOZAN, Vincenzo PIAZZA, Pino POLISCA, Teresa POLLIDORI, Fernando REA, Maria Reina SALAS, Angelo RIZZELLI, Miran SABIC, Concha SAEZ, Lucio SCORTEGAGNA, ANASLADETIC, Florin STOICIU, Natalia TAMAYO, Rocco TAMBLE', Thui TO TRAN BICH, Marina VIDALI.

Inaugurazione:
Sabato 21 dicembre, h.16.30
Apertura:
Mercoledì, h.10.00 – 12.30
Venerdì, h. 16.00-19.00
Sabato e domenica, h.10.00 -12.30 e 16.00 – 19.00

Link:
http://www.metaprintart.info/cultura-grafica/11039-opere-di-carta-una-mostra-fuori-dai-canoni/

domenica 15 dicembre 2013

AUTORITRATTI

Lanfranco Lanari
L’acquisizione di una nuova incisione è l’occasione per ri-segnalare la pagina AUTORITRATTI e invitare a far parte della galleria.

lunedì 2 dicembre 2013

(S)CONSIGLI A UN GIOVANE ARTISTA



Giovanni Battista Piranesi
LA RUOTA GIGANTE
Tav. 9 dalle “Carceri d’invenzione”, seconda edizione 1761 circa
acquaforte, mm 550 x 405














Ancora una volta uno studente dell’ultimo anno di Accademia ci ha inviato il link al suo sito invitandoci a visionare le sue incisioni per esprimere un parere e dargli qualche consiglio per farsi conoscere.
Nel post COME FARSI CONSIDERARE AFFERMATI INCISORIDI SUCCESSO sono contenuti i suggerimenti per chi è già, in qualche modo, nel “giro”, ma per chi deve ancora iniziare si ripropone una situazione identica al post BUON COMPLEANNO.
In passato sono stato sempre ben attento nel dare risposte a simili richieste perché è veramente difficile dare consigli costruttivi. Ho sempre cercato di non risultare del tutto scoraggiate, né di incoraggiare troppo alimentando facili aspettative perché il giovane artista tende ad interpretare tutto come un vaticinio.
Rispetto ad un anno addietro (oltre alla chiusura di altre gallerie) non ci sarebbe nulla di diverso da dire, tuttavia, negli ultimi tempi, ho accumulato un eccesso di cinismo che provo a smaltire riversandone buona parte (un po’ è sempre meglio mantenerlo di scorta) in questa risposta.

Caro Giovane Artista,
Innanzitutto se sei approdato a questo blog è perché ti sei incapricciato dell’incisione, ma se aspiri alla vetta del “sistema” dell’arte contemporanea è meglio che non si sappia: continua pure a incidere se ti diverte ma non impantanarti in questo campo dove resteresti invischiato a divincolarti invano per il resto della vita.
In ogni caso è da ingenui pensare che per farsi conoscere basta andare in giro con il book o con in cartella i lavori da mostrare e, ancor peggio, inviare e-mail a tutti i siti reperibili in rete, sperando di incontrare chi apprezzando il tuo lavoro si interessi per promuoverlo.
Purtroppo non funziona così, non più, non oggi.
Se chiedi a qualcuno di poter mostrare il tuo lavoro, stai già dimostrando di essere uno che ha bisogno di farsi conoscere, uno sfigato che si auto-promuove, inoltre autorizzi l’ultimo cazzone di gallerista a sentirsi un Gagosian.
Per affermarsi artisticamente occorre stabilire relazioni amicali (nel senso di Facebook, non in senso proprio) dando per scontato che tu sia già un artista di qualità avviato al successo.
Non presentarti mai direttamente, occorre sempre un “Mi manda Picone”: da conoscente a conoscente si arriva a coloro che possono fare la differenza.
Non si creda che sia un ambiente solo per raccomandati, tutt’altro: occorrono capacità di relazionarsi non comuni, ma non è vero che se il tuo lavoro è di assoluta qualità sarà riconosciuto comunque, perché in questo campo nessuno rischia su qualcuno che non gli sia stato segnalato da qualcun altro.
Non avere fretta, ma neanche crogiolarsi nell'attesa che qualcuno ti scopra e neanche cedere alla tentazione del primo che ti propone di partecipare ad una mostra; credimi: meglio niente se non è il migliore gallerista o curatore del momento perché la verginità è ancora un frutto prelibato.
Puntare direttamente alle Biennali internazionali, ma nel campo dell’arte contemporanea vi sono interessanti concorsi/borse di studio che consentono un accesso privilegiato, però prima occorre darsi da fare per conoscere i curatori e dopo potrai partecipare con qualche chance.
La promozione di sé passa attraverso l’intreccio di relazioni interpersonali che sono indipendenti, per non dire indifferenti, dalla qualità del lavoro svolto, in pratica, si possono anche fare delle Gran Minchiate perché tutto dipende dal “contesto” secondo una logica che è ben esemplificata nel post FACCIAMO UN GIOCO.
Scegliti un qualsiasi linguaggio alla moda evitando le forme espressive tradizionali perché ormai un quadro se è dipinto male lo capisce anche un critico e, forse, anche un curatore; se poi t’inventi una trovata del tipo “esposizione di pietre delle quali ho sentito la voce che mi invitava a raccoglierle” sei a posto per il resto della vita… qualunque cosa sia fa sempre effetto se è realizzata da un tuo assistente.
Occorre ambizione, intraprendenza e “faccia tosta”.
Le critiche cattive possono venire solo dai tuoi stessi colleghi, dagli altri artisti che puntano a scavalcarti, ma nessun critico scriverà male perché le stroncature non si usano più e si preferisce fare l’elogio del proprio orticello invece di perdere tempo a criticare l’erba del vicino.
La possibilità di essere smascherati è minima e se mai qualche critico, risentito perché gli hai trombato la moglie, dovesse svelare che è tutto un bluff sarà troppo tardi perché, nel frattempo, gli interessi che si sono sviluppati intorno ai tuoi lavori, sono tali da costituirne una solida impalcatura di sostegno.
Invece quel che potrebbe stroncarti la carriera, Oh Fulgida Stella, è, se si coprisse, per esempio, che sei un pittore veramente capace di dipingere, che sai disegnare e che incidi personalmente le tue lastre. Allora saresti sputtanato e deriso, precipiteresti nella disillusione e la caduta sarebbe irrecuperabile; sarebbe la vendetta degli altri artisti, anche loro in cerca di successo, che hanno visto il collega risplendere e godono nel vederlo disfatto.
Da questo punto di vista l’arte può sembrare una brutta faccenda fatta di prevaricazioni, qualcosa di losco, una via spiccia per il successo e la vedetta sul genere umano, la speranza di guadagnarsi una fama con poco sforzo, tentando la fortuna come partecipando al casting  di selezione per il Grande Fratello, con in più il sospetto che al fondo ci sia un imbroglio.
La strada, pur con qualche esasperata semplificazione, è questa indicata, quanto alla meta è facile illudersi di averla raggiunta al primo invito ad una qualche biennale, ma queste rassegne sono più dei tritacarne infatti del 99% dei giovani invitati non si hanno più notizie (lo sforzo non è tanto quello creativo di inventarsi una nuova stronzata, ma quello di mantenersi a galla); tuttavia se proprio ti ripugna imboccarla e qualora tu non sia un pedissequo e sottomesso ripetitore di stereotipi (paesaggio, paesaggio con cascina, paesaggio con cascina sotto la neve…) puoi continuare a fare le incisioni che ti appassionano (in verità nessuno può impedirti di incidere anche se sei il più arruffone dei dilettanti), comunque, in ogni caso, scordati l’idea che stai facendo dell’arte, perché è un’idea che da un canto può inibire, essendo come stare costantemente sotto esame, dall’altro è un’idea con la quale è facile gonfiarsi l’io a dismisura con conseguenze rovinose sul piano psicopatologico, inoltre, come abbiamo visto, può esaltare la speranza connessa con il colpo di fortuna che con l’incisione non verrà mai.
L’incisione può darti da vivere, ma oggi non si può vivere “facendo” soltanto incisioni (capirai presto la distinzione, neanche tanto sottile).
Dovrai mettere in conto che in questo campo è difficile imparare il mestiere, si sarà sempre alla prime armi, e se uno ritiene di averlo imparato è meglio che smetta.
Forse è proprio per questo che chi riesce a conquistare lo stipendiuccio statale nella scuola smette di incidere, essendo il “docente”, per definizione, uno che possiede il mestiere. Io non credo che sia questa la reale motivazione (troppo nobile) ma ti ho servito un buon alibi anche per una diversa scelta futura.
Buon Lavoro.